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Cultura
Vittorio Schiraldi
ed il suo romanzo
"Week-end a Waterloo"
di Marcello Sassoli
Vittorio Schiraldi ha scritto un bel romanzo, "Week-end a Waterloo". Conosciuto dai radioascoltatori per le rubriche "L'uomo della notte" ed "I giorni", Schiraldi è conosciuto anche come regista (ha diretto tra l'altro "Baciamo le mani", tratto da un suo romanzo), sceneggiatore cinematografico ed autore televisivo.

Un professore cinquantenne, parlamentare europeo a Bruxelles, dove vive l'esistenza "parassitaria" dei politici "promossi" ad un dorato esilio, è ossessionato dal ricordo di una ragazza conosciuta a Napoli. Non valgono a distrarlo nè le estenuanti partite economiche per aggiudicarsi il business dell'Europa Unita, nelle quali ciascuno pensa solo alle ripercussioni politiche nel proprio paese, nè i rapporti ancora vivi ma intermittenti e precari con la famiglia lontana. L'amore, ancora esitante e parziale in Italia, si intensifica quando la ragazza lo raggiunge in Belgio, a Waterloo, e diventa consapevole e pieno. Ma gli sviluppi drammatici della storia le imprimeranno un corso imprevedibile, a suggello di un destino che il titolo adombra ed insieme suggerisce…

Questo romanzo di Schiraldi non evoca solo l'amore, tenero e struggente, di un uomo che esorcizza la paura di invecchiare attraverso lo slancio di una giovane che gli dona il proprio entusiasmo; ma lo colloca sullo sfondo di un'epoca che sembra dominata dalla confusione di ogni stagione," quando si mescolano il caldo ed il freddo, l'inverno e l'estate, la primavera e l'autunno, quando scopriamo che siamo vecchi e giovani allo stesso modo, nello stesso momento". E il mondo della politica, spietato e cinico, forma un contrappunto allusivo ed amaro. Alternando I momenti intensi di un amore appassionato con la continuità di trame sordide, Schiraldi ha scritto un romanzo di coinvolgimento insolito. I diversi piani della vicenda si intersecano con una tagliente precisione, mettendo a nudo non solo le contraddizioni del nostro tempo, ma la loro sotterranea convergenza: e il romanzo ci aiuta, con la sua asciutta efficacia, a capirla e a combatterla.
26/11/2004
  
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