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Cultura
I 100 anni di Ugo Calise
di Adriano Cisternino
L'autore di “'Na voce, 'na chitarra e 'o ppoco 'e luna” è stato uno straordinario ambasciatore della canzone napoletana nel mondo. Concretamente influenzato dal jazz. Cantò a Londra per la regina Elisabetta che gli chiese un bis. Dimenticato, o quasi. Eppure è stato uno straordinario ambasciatore della canzone napoletana nel mondo.

Ugo Calise avrebbe compiuto centro anni il 6 maggio 2021. Era nato ad Oratino (Campobasso). Il padre, Aniello, medico condotto; la madre, Luisa Augier, figlia di un governatore della Martinica sbarcato a Ischia dove si innamorò di una isolana. Il giovane Ugo ebbe primi contatti con la musica ascoltando da piccolo le bande di paese, ma anche in famiglia: il padre era appassionato di musica e poesia.

Studente di farmacia a Napoli, abbandonò i libri a sei esami dalla laurea perché ormai la chitarra gli dava i primi soldi attraverso la “posteggia” nei migliori locali di Napoli.

A Ischia conobbe Romano Mussolini, rinomato pianista di jazz, col quale si esibì a “La Conchiglia” di Forio, prima di volare negli Usa dove conobbe Count Basie . Ne scaturì un'amicizia trentennale ed una definitiva formazione musicale: Ugo fu uno dei primi interpreti italiani dei canoni del jazz senza tuttavia mai tradire la tradizione napoletana.

Na voce, 'na chitarra e 'o ppoco 'e luna”, il suo più grande successo, resiste ad ogni usura ed è tuttora un classico internazionale. Con questo motivo Calise rivoluzionò il modo di porgere la canzone: il ritornello anteposto alla strofa. Sua anche “Nun è peccato” che lanciò un giovanissimo Peppino Di Capri, e “L'ammore mio è frangese” e “Zitto, zitto, zitto” e tante altre che, con lui, fecero il giro del mondo e restano tra i classici della canzone napoletana.

Ugo era il tipico “crooner”, confidenziale, alla Nat King Cole, ancora più intimo quando con gli anni la voce cominciò ad arrochirsi un po'.

Da Ischia a Roma, ai tempi della dolce vita, e poi a Milano, sempre nei locali più in voga. E quindi in giro per l'Europa, con l'inseparabile chitarra.

A Londra, invitato all'ambasciata italiana, cantò per la regina Elisabetta che gli chiese anche un bis. Presenti per l'occasione anche Laurence Olivier, Vivien Leigh e Vittorio De Sica.

A Lisbona fu ospite di Amalia Rodriguez, la regina del fado. Di nuovo negli Usa, ospite fra l'altro del Perry Como show. Residenza prevalente a Roma ma Ischia sempre nel cuore, ci tornava spesso, anche perché lì aveva aperto il “Rangio Fellone”, in quegli anni ritrovo notturno del jet set internazionale, dove si potevano ascoltare anche le voci di Fred Bongusto o Roberto Murolo, Bruno Martino, Fausto Cigliano, Nicola Arigliano, Peppino Di Capri.

Fu anche tra i promotori di Ischia jazz, appuntamento settembrino che ha ospitato negli anni jazzisti di statura internazionale.

Ugo Calise morì il 6 agosto 1994, colto da infarto su un treno per Frosinone preso per sbaglio, perché credeva di andare a Campobasso per tornare nella natìa Oratino.
1/5/2021
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