Recensioni
Il cinema sul pallottoliere 4
di Marco Fiorillo
|
Text Size |
|
Novembre finisce in grande stile, in un weekend cinematografico vario ed interessante, tra robot pugili, rapine improbabili, intrighi d’amore e toccanti ritratti di vita vissuta. Un fine settimana corposo e qualitativo cui si aggiunge l’uscita infrasettimanale della commedia nostrana “Anche se è Amore non si vede”.
I PROTAGONISTI
Finalmente arriva nella sale una delle pellicole più attese dell’anno
Real Steel. Ambientato in un 2020 in cui i pugili sono stati sostituiti da automi combattenti, il film racconta di Michael Kenton e di suo figlio Max, alle prese con un difficile rapporto padre-figlio e con la carriera pseudo-sportiva, come interfaccia umana dei robot che si scontrano sul ring.
Il regista Shawn Levy, ispiratosi per l’occasione ad un racconto breve di Richard Matheson, si affida all’australiano Hugh Jackman e alla promessa Dakota Goyo, rispettivamente Kenton padre e figlio, portando sulla scena una rivincita sportiva dal sapore “rockyniano” ed un film per famiglie in cui “vissero tutti felici e contenti”.
Attesissima era anche la pellicola d’animazione
Happy Feet 2.
Il pinguino Mambo è cresciuto, ha sposato Gloria ed è diventato papà del piccolo Erik.
A differenza del padre, però, Erik non sembra portato per il ballo e per il canto: scappa, così, dalla colonia per poi riconciliarsi con il padre e salvare insieme gli altri pinguini, minacciati dai cambiamenti climatici.
Nel 2006, George Miller aveva incantato pubblico e critica con “Happy Feet”. Oggi riporta sullo schermo Mambo e famiglia, facendo, ancora una volta, della musica e dell’impegno eco-animalista le sue armi vincenti; nonostante l’uso del 3D e di un cast doppiatori d’eccezione (basti citare Robin Williams, Pink, Brad Pitt e Matt Damon), Miller di sicuro non riesce a bissare il successo ottenuto col primo episodio.
Conclude gli arrivi dagli States,
Tower Heist. Il film racconta di John Kovacs che mette in piedi un improbabile banda di rapinatori per portare a compimento la più improbabile rapina della cinematografia, a scapito del ricco Arthur Shawn, reo di truffa nei loro confronti.
Brett Ratner prescrive la medicina anti-crisi: una commedia di eroismo sociale, una storia di ironica disperazione in cui il serio si amalgama al faceto, divertendo e lanciando un messaggio.
Il tutto retto da un cast singolarmente allenato ma per la prima volta riunito in squadra: Ben Stiller guida la banda formata da Eddy Murphy, Matthew Broderick, Tea Leoni, Casey Affleck e Michael Pena.
Anticipa, invece, le nuove uscite del venerdì, la pellicola italiana
Anche se è Amore non si vede, in programmazione da mercoledì.
La pellicola racconta la storia di Valentino e Salvo, proprietari di un’agenzia turistica torinese ed amici d’infanzia mal assortiti: timido e premuroso il primo, sfacciato e donnaiolo il secondo.
Al loro universo si aggiungono Gisella, stanca del morboso affetto del marito Valentino, la nuova impiegata dell’agenzia Natasha e l’amica Sonia.
La super coppia comica italiana Ficarra e Picone ritorna al Grande Schermo, portando in scena un film atipico rispetto ai precedenti, in cui l’amore “all’inglese”, fatto di equivoci ed humor, fa da protagonista; un film riposante, per il duo abituato a ritmi intensissimi davanti e dietro le telecamere.
Al loro fianco, nella performance di attori/registi, il talento delle donne del set, Ambra Angiolini, Diane Fleri e Sasha Zacharias, e la penna dello sceneggiatore Francesco Bruni.
Ancora dall’Italia arriva
Inti-Illimani – Dove cantano le nuvole, film documentario che ripercorre le vicende di un memorabile gruppo dell’America Meridionale, gli Inti-Illimani appunto, ricordando anche le tappe storiche della loro patria d’origine, il Cile.
I registi Paolo Pagnoncelli e Francesco Cordio realizzano un documentario che riesce a sfuggire, si, alle peculiari caratteristiche del genere, ma che rimane incompiuto proprio per questo, risultando comunque un buon prodotto d’informazione.
“Dulcis in fundo” troviamo
Miracolo a Le Havre. Il protagonista è Marcel Marx, un lustrascarpe che si divide tra la casa e la moglie Arletty, il bar all’angolo e la stazione.
La sua vita viene improvvisamente sconvolta dalla grave malattie di Arletty e, soprattutto, dall’incontro con un bambino emigrato in Francia dall’Africa Nera, cui Marcel offrirà aiuto per superare il canale ed arrivare in Inghilterra per riabbracciare la madre.
“Miracolo a Le Havre” è l’ultima perla stillata dal finlandese Aki Kaurismaki. È la storia del vero miracolo, consistente nel fatto che “restano i miracoli”, quelli che cambiano le vite dei più sfortunati, delle persone reali.
È un miracolo cinematografico che dimostra, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’enormità del potenziale qualitativo del cinema europeo, rappresentato per l’occasione dalla compagnia Sputnik, proprio di Kaurismaki, coadiuvata da produttori francesi e tedeschi.
LE SORPRESE
A sorprendere, questa settimana, è
Dakota Goyo, il piccolo interprete scelto da Levy per vestire i panni di Max Kenton al fianco di Hugh Jackman.
Proprio l’attore australiano ha da dire molto bene del giovane Dakota: “È entrato ed io e Shawn siamo rimasti stupiti perché si vede che ha un’anima. Anche se non fa niente la camera gli legge l’anima, lascia che la cinepresa gli entri dentro. Per un bambino di quell’età è una cosa rara”. Sembra che la Walt Disney abbia aggiunto un altro componente alle sue folte fila.
I FLOP E I TOP
Parlare di migliori e peggiori, in un fine settimana che non dispiace affatto in qualità, diviene questione di “pelo nell’uovo”. Tra i protagonisti che convincono di meno:
• Terz’ultimo posto per Ficarra e Picone. La coppia di comici produce di sicuro un buon prodotto d’intrattenimento mutuando, però, scelte registiche e tematiche scontate, soprattutto per la più recente cinematografia italiana.
• Al secondo posto troviamo Shawn Levy. Il regista di “Real Steel”, nonostante la buona rivisitazione grafica del romanzo di partenza, ne stravolge la componente narrativa in favore di una storia ampiamente aperta allo scontato e all’eccessiva emotività in formato familiare.
• Punito al massimo grado, invece, il cast di “Tower Heist”. Più che una vera “critica” più un richiamo per Ben Stiller e co. che, dopo averci abituato a prove comiche di altissime livello, calano nella loro ultima uscita, nonostante i due anni di preparazione.
Infine, coloro che maggiormente si evidenziano nelle produzioni di ultima uscita:
• Medaglia di bronzo a Brett Ratner. Il regista riesce a dare animata impegnata ad un film nato come commedia tutta divertimento e gag: centra perfettamente l’obiettivo, affrontando un problema, quello economico, così attuale e importante in un periodo in cui perdere il posto di lavoro è normale amministrazione, non solo in USA.
• Il secondo gradino è occupato dalla coppia formata da Andrè Wilm e Kati Outinen. I due attori interpretano perfettamente i caratteri ideati da Aki Kaurismaki nel suo “Miracolo a Le Havre”, partecipando in buona parte all’ottima realizzazione della pellicola.
• Si laurea campione dell’ultimo finesettimana di Novembre proprio Aki Kaurismaki. Il regista finlandese fornisce l’ennesima ottima prova, intarsiando un intreccio realistico, vivido, drammatico.
BOX OFFICE
I botteghini premiano la pellicola italiana firmata “Anche se è amore non si vede” che, forte dell’uscita anticipata, raccoglie 1.430.323,78€ nelle prime 48 ore.
Nonostante l’ottima accoglienza riservatagli nelle sale internazionali, riceve un’accoglienza fredda l’atteso “Real Steel”, con 554.643,51€.
Non vanno meglio neanche gli altri film d’oltreoceano “Tower Heist”, con 300.001,90€, e “Happy feet 2”, fermo a 390.643,34€.