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La favola di Maradona
La sua storia a puntate – 111
di Mimmo Carratelli
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Non è finito, Diego, il tuo racconto. “Gente” annuncia un’altra puntata. Che cos’altro c’è, Dieguito? “Conmueve la confesion de Maradona sobre drogas” è il titolo dei giornali del giorno dopo. Ma l’opinione pubblica è divisa, anche i giornali sono divisi. Non tutti si commuovono. Sospettano, hanno dubbi, dicono che, se continui a drogarti, la tua confessione non ha senso.
Sei in vacanza a Punta del Este, in Uruguay. E’ estate da te. Sei con Claudia e le bambine. “Evidentemente, in Argentina non si è abituati a dire la verità” replichi a chi dubita della tua sincerità. “Ho parlato per i ragazzi e non per le facce di bronzo e gli ipocriti di sempre”.
Tutto quello che fai e dici è destinato a creare polemiche. Ti usano ancora. Due case editrici si danno battaglia. Da una parte l’Atlantida che pubblica “Gente” e “El Grafico”. Ha fatto lo scoop della tua confessione e sembra dalla tua parte. Si schiera contro di te la Perfil, che pubblica “Noticias” ed è stata battuta dalla concorrenza. E’ una guerra di giornali che divide l’opinione pubblica. A nessuno interessa veramente il tuo dramma.
“Noticias” entra duro in campo. Scrive che la tua confessione è stata pagata dal governo argentino quattro miliardi di lire per la campagna antidroga e che continui ad avvelenarti con la cocaina. Scrive che, alle tue spalle, si muove Menem, il presidente con cui ti sei rappacificato. Scrive che, per la battaglia delle presidenziali del 1999, Menem è ricorso a te affidandoti la campagna antidroga per far fuori Lestelle, l’uomo di fiducia del governatore di Buenos Aires Duhalde che è il rivale di Menem per la presidenza.
Sul tuo dramma, Diego, c’è una sporca guerra di interessi editoriali e politici. E’ una guerra di rivelazioni e insinuazioni. “El Grafico” dà un’altra botta a quelli della Perfil. Pubblica un’altra tua rivelazione: “Nel 1991 mi sono drogato apposta per andarmene da Napoli”.
Che storia è questa, Diego? Qui tutti ricordano la tua sorpresa, la tua reazione, la tua rabbia per l’antidoping positivo nella partita col Bari. Ti sentisti tradito, usato, buttato via. Accusasti il Napoli, che non ti proteggeva più, e la Federcalcio che voleva la fine della tua carriera in Italia.
Ed ora? “Ferlaino mi aveva promesso di lasciarmi andare all’Olympique Marsiglia, in un calcio più tranquillo. Ma poi non mi ha lasciato andare, non ha mantenuto la parola, mi ha fottuto. Allora mi sono scoraggiato, mi sono chiuso nella droga e sono risultato positivo”.
Non è vero, Diego. Non può essere vero. Non abbiamo saputo proteggerti, aiutarti, allontanarti dalla droga, ma ti volevamo bene, eravamo sempre dalla tua parte.
“Sono risultato positivo quasi apposta. E’ stato come dare un urlo. E’ stata anche la possibilità di lasciare Napoli. Per questo ora credo che l’ho fatto apposta”.
Non distruggere i sogni, Diego. Non cancellare la favola bella.
“Quella partita col Bari neanche dovevo giocarla. Non ero stato in ritiro. Per un infortunio a una caviglia me ne ero rimasto in casa tutto il sabato. Mi sono presentato a Bigon domenica mattina al Campo Paradiso. Un breve allenamento e sono andato in campo benché avvertissi un po’ di dolore e un piccolo stiramento”.
“Noticias” non ti molla e si batte contro le “esclusive” che affidi ai giornali della casa editrice Atlantida. Controbatte scrivendo che fai da testimonial alla campagna antidroga del governo per metterti in una posizione favorevole nel processo ancora in piedi per la sparatoria del 1994 a Moreno contro i giornalisti.
“Gente” replica annunciando la seconda puntata della tua confessione. “Devo ancora raccontare moltissime cose, più terribili di quelle che ho già detto”. E’ la tua frase, Diego, che eccita l’attesa.
Intanto, è guerra anche al Boca. Lo scontro col nuovo presidente Mauricio Macri è nell’aria e sui giornali. E’ il mese di gennaio, in Argentina si giocano i tornei estivi. “Io ci sono solo per il campionato” dichiari. “Non giocherò col Boca nei tornei estivi”.
Un’altra battaglia. Un’altra guerra.
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