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Cronaca
Un morso alla Grande Mela
19 - Paparazzi
di Angela Vitaliano
Vivendo a New York, la tentazione ad improvvisarsi “paparazzi” e’ pressocche’ irresistibile. Tale e’ il numero delle “celebrita’ “, piu’ o meno camuffate dietro occhiali da sole giganti, in cui capita di imbatterti in ogni luogo e momento, che dopo un po’ ti viene da pensare che immortalarle con una foto sia, poi, l’unico modo per farti credere da amici e parenti.

In tre anni di vita spesa sotto il controllo dell’Empire State (Building), ho incontrato, per caso o per lavoro, cosi’ tanti personaggi famosi da averne perso il conto. Con alcuni, come Spike Lee o Chris North (il Mr Big di Sex and the City) piu’ che di incontro si e’ trattato di scontro: quando cammino sono notoriamente distratta e presa a fare altro e cosi, voltando un angolo dell’Upper East Side, mi ritrovai, tempo fa, a chiedere scusa a qualcuno che avevo letteralmente travolto, non solo con il peso dei miei pensieri (che vagavano chissa’ dove) ma anche con quello reale del mio corpo “diversamente filiforme”. Mr. Lee fu molto gentile nel senso che non mi mando’ a raggiungere i miei pensieri, forse impietosito da un fallito tentativo di balbettare qualcosa in un idioma umano.

Un anno dopo (circa) avrei scoperto che la mia distrazione poteva fare danni peggiori: grazie ad un processo miracoloso che non sono mai riuscita a spiegarmi, una folla inconsueta persino per Bryant Park, si apri’ al mio passaggio, come le acque del Mar Rosso davanti a Mose’, lasciandomi entrare (inconsapevolmente ovviamente, perche’ persa probabilmente ad inseguire l’immagine di un paio di scarpe meravigliose) nel pieno del set del film “Sex and the city” (fortunatamente durante una pausa) dove “rimbalzai” sul fisico possente (e altissimo) di Mr. Big, splendido nel suo smoking.

Mesi dopo scopri’ che stavano girando la scena del mancato matrimonio, un momento della storia del cinema per me indimenticabile! Altro luogo di incontri e’ Central Park dove ho fatto qualche passaggio a pallone con David Duchovny, attraversato Strawberry Fields con Yoko Ono e Sean Leannon (con ostentata indifferenza da parte mia, ovviamente) e invidiato la magrezza di qualche modella da copertina patinata. Se David (Duchovny) va al parco e in palestra (quella mia e di Michael Douglas, ovviamente), sua moglie (bellissima) Tea Leoni, non disdegna i migliori ristoranti dell’Upper East Side dove non e’ raro incontrarla.

Non mi stupisco piu’ nell’imbattermi in Kyra Sedwick, visto che con il marito Kevin Bacon, vive proprio dalle mie parti. Le prime due volte, pero’, essendo un’ appassionata della serie “The Closer”, sono rimasta li’ a guardarla come una perfetta imbecille, fortunata nel non essere colta in flagrante nella posa adorante. I ristoranti, poi, sono una prova durissima da affrontare perche’ si puo’ correre il rischio di fare colazione, come mi e’ capitato, con Hilary Swank, seduta al tavolo di fianco, ordinando le stesse identiche cose, mangiandole allo stesso modo e chiedendosi come queste scomparissero cosi’ rapidamente dal suo fisico mozzafiato, sistemandosi, comodamente, sul mio, gia’ troppo “carico” dei suoi di problemi per potersene accollare altri.

Voglio chiudere la lista, pur tralasciando (ahime’) Tom Hanks, Adrien Brody,Christopher Walkins, Robert Duvall, Sissy Spacek, Bill Murray, Matthew Morrison e Leonardo di Caprio (questi ultimi due particolarmente deliziosi), per citare lui, Mr. Bob – c’era una volta in america – De Niro che ho incontrato alla conferenza stampa di presentazione del Tribeca Film Festival. Il numero dei suoi film supera di gran lunga il numero delle parole che riesci a cavargli di bocca, forzando chiaramente la sua incredibile riservatezza. Guardandolo, pero’, mentre sorride arricciando gli occhi o si fa serio per concentrarsi sulla domanda o fa un gesto con la mano, ti passano davanti capolavori del cinema e ti senti, per 30 piccoli secondi, Meryl Streep… senza nemmeno dover indossare un vestito di Prada.

3/5/2010
  
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