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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 35
di Mimmo Carratelli
Non è tutta felicità quella che riluce. Succedono cose strane. Cos’è stata quella biglia d’acciaio lanciata contro la tua Mercedes, pibe? Era la notte del 2 novembre 1986. Le due di notte. Dove andavi, malandrino? Rilasci dichiarazioni misteriose: “Sono accadute certe cose, ora mi sento più cattivo, non so se resterò dopo il 1988”. Si rafforzano le voci sulle tue notti bianche. Sei irritato.

I tuoi continui viaggi aerei, premiazioni e partite amichevoli, innervosiscono Bianchi. Settembre 1986: con un jet privato la “Puma” ti porta a Monaco di Baviera, stai anche male. A novembre, sei sempre su un aereo: andata e ritorno a Parigi, hai vinto il Pallone d’oro, la festa è al “Lido”; voli a Madrid prima di Napoli-Empoli 4-0 e a Barcellona la settimana successiva prima di Napoli-Verona 0-0. Voli in Argentina per le feste di fine anno. Gennaio 1987: ambasciatore dell’Unicef, giochi a Tokio una partita di beneficenza, un miliardo di incasso, ma torni in tempo per la vittoria di Udine (3-0 con la tua “doppietta”). 16 marzo 1987: prima di Inter-Napoli (1-0, sconfitta immeritata) partecipi a Milano agli Oscar mondiali, incontro-scontro con Pelè. 19 marzo: corri in Ferrari a Roma dove c’è la nazionale argentina, serata al night, ruzzolone che peggiora il tuo mal di schiena. Aprile 1987: voli due volte in Argentina per la nascita di Dalmita e poi per le vacanze di Pasqua. Voli a Montecarlo per ricevere la “Piuma d’oro”, festa al Circo del varietà, ti esibisci in un palleggio col principe Alberto, vorresti conoscere Carolina, ma c’è solo Stephanie alla festa, col vecchio Ranieri, tu e Coppola fate l’alba nel night dello Sporting Club. Lo scrittore Luigi Compagnone scrive: “Maradona è un idolo che fa il comodo suo, viaggia troppo”.

I compagni ti adorano, Ferlaino finge di non “sapere”, l’Orso Bianchi mugugna. Il 17 maggio 1987, si gioca l’ultima partita ad Ascoli (1-1) con lo scudetto già conquistato. A otto minuti dalla fine, Bianchi lascia il campo furibondo. Il pareggio salva l’Ascoli dalla retrocessione e condanna il Brescia, la città dove l’Orso è nato, e l’Atalanta (a Bergamo ha casa). Non si sa che cosa succeda nello spogliatoio. S’afferra un coro: “Te ne vai o no, te ne vai si o no?”. E’ diretto a Bianchi, che si è appartato con Ferlaino, ma i giocatori dicono che era diretto a Carnevale. Putiferio. Sul pullman per Pescara dove la squadra prenderà l’aereo per Napoli, mutismo generale.

Fai il duro e dici: “Il tecnico si sente perseguitato? Chi sta male se ne vada”. E’ una bella bordata. Aggiungi: “Non si possono dire certe cose per una partita pareggiata”. Coda velenosa allo scudetto, scatta persino un’inchiesta federale. Pretendi troppo quando dici: “Se il Napoli non compra mio fratello Hugo, me ne vado con lui a giocare in un’altra squadra”. Il Napoli ti accontenta: ingaggia Hugo, pagandolo 400 milioni all’Argentinos Juniors e lo dirotterà all’Ascoli.

L’aereo da Pescara giunge alle 21.10. La città è in festa. C’è un corteo di carri, provenienti da Nola, che sbuca alla Riviera di Chiaia. Con tutta la squadra sei nell’Auditorium della Rai di Napoli per il megashow in tv condotto da Gianni Minà. Al “San Paolo”, dove hanno montano un megaschermo, c’è folla come a una partita. Fuochi d’artificio a Mergellina e al molo Beverello. Un fumogeno azzurro si leva dalla collina di Posillipo. E’ la festa bis. Un altro spettacolo si svolge a Castel dell’Ovo.

Fai la “pagella” dei compagni: Garella è un omone buono buono che respinge sempre, Bruscolotti è il vero capitano, Ferrara è il più grande degli ultimi tempi, Bagni è un guerriero, Ferrario è un grandissimo che ride e piange, Renica è un bambinone, Caffarelli ha una velocità incredibile, De Napoli nel giro di due anni sarà il centrocampista più forte, Giordano è un fenomeno, Romano ci ha dato equilibrio, Bianchi ha vinto insieme a tutta la squadra che aveva bisogno di qualche consiglio. Aggiungi: “Uno scudetto del Napoli vale tre volte più di ogni altro”. La camorra chiude in passivo i conti del totonero: lo scudetto del Napoli le costa 260 miliardi di vincite pagate.

Vengono annunciati gli acquisti di Careca e Francini. E, intanto, il Napoli vola in Coppa Italia.

Continua

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12/9/2004
  
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