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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 8
di Mimmo Carratelli
Diego Maradona ritorna all'Argentinos Juniors (Foto tratta dal sito ufficiale www.diegomaradona.com)
Il secondo anno col Boca proprio non va, Diego. E il club deve far soldi. Ne spreme dalle amichevoli. Devi partire per una tournée pazzesca: otto partite in 21 giorni in giro per il mondo, Los Angeles, Hong Kong, Malesia, Giappone, Messico, Guatemala. Tu sempre in campo in un tour che avrebbe stroncato un gigante. Porti con te papà Chitoro, mamma Tota, i fratelli Hugo e Raul, la sorella Caly, Claudia Villafane, Jorge Cyterszpiller e il cineoperatore Juan Carlos Laburu che filma le tue allegrie, le fatiche e i trionfi.
Non solo il Boca è in cattive acque, ma l’Argentina intera. L’inflazione è galoppante. I club calcistici, tutti in rosso, chiedono aiuti che il governo non può dare. E il Boca, per riconvertire il prestito dell’Argentinos nel tuo definitivo acquisto, dovrebbe sborsare quattro miliardi di lire. L’impressione è che il presidente del Boca Noel cerchi acquirenti.
Il 2 dicembre 1981 giochi la tua ultima partita di campionato con la maglia gialloblu, alla Bombonera, contro il Velez che vince 2-1. Moralejo ti massacra di calci, come aveva già fatto Carlitos Arregui del Ferrocaril. Protesti e l’arbitro Carlos Esposito ti butta fuori. Il 6 febbraio 1982 è l’ultimissima partita col Boca, una gara della Coppa d’Oro contro il River, persa per 0-1. Al Boca è arrivato un nuovo allenatore, Vladislao Cap, “el polaco”. Che vada all’inferno.
Esci dal Boca per infilarti nei quattro mesi di raduno con la nazionale in vista del Mondiale in Spagna. Le fatiche, peggio degli esami, non finiscono mai. Siete convinti di vincere la Coppa del mondo, ma le esibizioni amichevoli deludono i tifosi che fischiano. Riesci a prenderti una vacanza a Esquina, un ritorno alle origini, al paese dove papà Chitoro andava sulle chiatte e pescava i dorados. E’ col tuo vecchio che vai a pesca sul Paranà Minì. Hai bisogno di riposo. Qualcuno dice: “La gente deve capire che Maradona non è una macchina della felicità”. Ma tutti pretendono tutto da te. Pretendono che tu sia soprattutto una macchina di soldi.
Il Boca non ha i soldi per il tuo acquisto definitivo ora che il tempo del prestito dall’Argentinos è scaduto. O ti riscatta o ti perde. Proprio così. Prendere o lasciare. Il presidente Martin Benito Noel lascia. Il tuo “cartellino” torna nelle mani dell’Argentinos Juniors e il presidente Consoli, quello delle pompe funebri, si ritrova una miniera d’oro in casa. Però, in caso ti cedesse, com’è sicuro che ti cederà perché le casse sono vuote, al Boca spetterà una parte degli introiti della tua cessione. E ora il Barcellona si fa sotto seriamente. Non desideravi la Spagna, Dieguito? E la Spagna si avvicina.
Si avvicina nella persona del vicepresidente catalano Joan Gaspart che sbarca a Buenos Aires con un favoloso contratto. Il Barcellona offre la cifra record di 15 miliardi di lire per averti sei anni in maglia azulgrana. Sette miliardi e mezzo all’Argentinos, due miliardi e mezzo al Boca, e Cyterszpiller spunta per te cinque miliardi fra ingaggio e soldi degli sponsor, esclusi stipendi e premi.
Nessun calciatore è mai costato tanto: il Cosmos pagò al Santos sei miliardi per Pelè. Ma con l’annuncio dell’arrivo di Maradona, i soci del Barcellona passano da ottantamila a centomila. E’ il più grande business della storia del calcio. Il Barça deve solo aspettare la fine dei mondiali per averti. La Federcalcio argentina blocca i trasferimenti dei nazionali fino alla conclusione della Coppa del mondo. Ma il dado è tratto, Dieguito. Sarai il re delle ramblas.
Intanto, sotto con la nazionale. Il Flaco Menotti ha scelto i 25 per la Spagna. Sei sono i giocatori del River: il portiere Fillol, Passarella, Tarantini, Luque, Ortiz e Diaz. Cinque quelli dell’Independiente tra cui Olguin. Quattro nazionali giocano nel Talleres. Gli altri provengono dal Newell’s, dal Racing, dal Velez e dall’Estudiantes. Dall’Argentinos Juniors, il massimo: Diego Armando Maradona, col difensore Carabelli.
Prima sistemazione spagnola a Villajoyosa, borgo peschereccio e stazione balneare sulla Costa de la Luz, quaranta chilometri da Alicante. L’Argentina affronterà nel primo turno il Belgio a Barcellona, l’Ungheria e il Salvador ad Alicante. Con Maradona sarà una passeggiata. Menotti ti coccola con gli occhi. Dividi la stanza con Beto Barbas, centrocampista del Racing. Vamos, Diego.
Ma il professore Ricardo Pizzarotti commette un errore. Insiste troppo sulla preparazione fisica. Gli argentini vanno in superallenamento. In ogni modo, scocca l’ora del mondiale.
24/5/2004
  
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