Torna alla ricerca Della vittoria a Braga sono stati sottolineati il gioco deficitario degli azzurri, i buchi difensivi, un centrocampo sbandato, la sofferenza del secondo tempo e il palo di Pizzi al 95' che ha salvato il Napoli dal pareggio.

Però nella prima mezz'ora due grandi parate di Matheus, il palo di Di Lorenzo, la traversa di Osimhen e, prima del legno di Pizzi e del pari di Bruma, l'occasione fallita da Zielinski che avrebbe portato il Napoli sul due a zero.

Le "cifre" legittimano il successo azzurro. Il gioco è quello che è dopo il cambio dell'allenatore, della preparazione precampionato e dei metodi di allenamento.

Preoccupano i centrali di difesa Ostigard e Juan Jesus. Nella ripresa le energie calano. Kvaratskhelia continua a non segnare, anche Osimhen sta un po' all'asciutto. Anguissa è in ritardo. Lobotka è fuori ruolo. Si salvano Di Lorenzo e Zielinski.

In queste condizioni e con una prestazione bocciata il Napoli ha vinto a Braga. Però "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" vale solo su altre latitudini. Nel golfo si vuole di più.

Il pessimismo è acuito dal non-rapporto tra De Laurentiis e Garcia e dalla flebile intesa allenatore-squadra. E il costante paragone con il Napoli di Spalletti non aiuta. Quel Napoli non c'è più. Non c'era più già a marzo con Spalletti.

Vedremo un altro Napoli con un allenatore che vuole far valere le sue idee. La speranza è che diventi una squadra affidabile, compatta, corta, capace ancora di innescare gli attaccanti e con una condizione atletica soddisfacente.

Garcia conosce bene le difficoltà sue e quelle della squadra. Chiede tempo, c'è da lavorare. È tentato dal 4-2-3-1 con Anguissa e Lobotka in mezzo, Raspadori tra Politano e Kvaratskhelia, punta centrale Osimhen. Così cancella il 4-3-3 di Spalletti e imbocca la sua strada.

Sacrifica Lobotka, destinato definitivamente a un ruolo di mediano, ma cerca il miglior rendimento di Raspadori in posizione centrale dietro Osimhen.

Bologna è una trasferta difficile come sono difficili tutte le partite di questo Napoli in evoluzione (involuzione?).

Sui problemi della difesa, Garcia sottolinea che il Napoli ha subìto solo otto tiri nelle quattro partite di campionato (incassando cinque reti).

Ma i problemi del reparto arretrato sono evidenti. Condizioneranno il match di Bologna, temibili l'ala destra senegalese Nodye e il centravanti olandese Zirkzee (1,93)?

Il Napoli ha però un reparto offensivo di altissimo livello. Se migliora la mira degli attaccanti, ogni risultato è possibile, a cominciare da Bologna.

Il miglioramento dovrà venire soprattutto da Kvaratskhelia (da incoraggiare) che ha iniziato in tono minore. Ma servirebbe un'idea di Garcia per sottrarre il georgiano alla trappola contro due-tre avversari sulla fascia mancina. Kvara più dentro al campo e più vicino a Osimhen (4-4-2 o 4-3-1-2) è un tentativo da fare.

Il Bologna si è esaltato a Torino contro la Juventus (1-1), ma ha perso in casa contro il Milan (0-2). È una squadra in difficoltà nella fase offensiva. Creiamo molto, segnamo poco (tre gol), si lamenta Thiago Motta. Il gioco è condotto dallo svizzero Aebischer nel cuore del centrocampo.

Sarà un duello con Lobotka? Occhi sul difensore colombiano Lucumi che piaceva al Napoli, mentre l'altro centrale di difesa, l'olandese Beukema, ha spiegato come fermerà Osimhen.

La partita è aperta a ogni risultato, ma un Napoli attento e non condizionato dalle pesanti critiche che lo bersagliano, ma anche dalle sue evidenti difficoltà, può fare il colpo per il potenziale offensivo che resta di prim'ordine.

Serve vincere per smussare il pessimismo che accompagna il Napoli e Garcia. Senza nostalgia per il passato splendido, creando un presente concreto.

È una settimana impegnativa col turno infrasettimanale (mercoledì Napoli-Udinese al Maradona), poi la trasferta a Lecce.

Sarà interessante vedere come Garcia gestirà l'indispensabile rotazione degli azzurri (Simeone, Elmas, Natan, Lindstrom).