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Momento azzurro, va tutto bene riprendiamo a correre
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 19.10.2019)
Riecco il Napoli, stasera al San Paolo (ore 18) contro il Verona, dopo la sosta per le nazionali. Rientrati gli azzurri, ultimo Lozano giunto dall’altra parte dell’Atlantico con qualche noia alla caviglia destra.

In tre gasatissimi: Milik che ha segnato con la Polonia e chiede spazio nel Napoli, Elmas due gol da centrocampista offensivo con la Macedonia (e che gol!), Fabian Ruiz nei desideri dichiarati dei maggiori club spagnoli dopo il figurone con la Roja.

Disinvolto debutto di Di Lorenzo nella nazionale di Mancini. Soddisfacente anche la gara di Insigne contro la Grecia e s’è visto Raiola in visita a Castelvolturno per il momento delicato di Lorenzo nel Napoli.

Non ci sono problemi, non c’è nessun caso, non c’è nessuna ombra e per Ancelotti sarebbe pronto un nuovo invito del presidente a legarsi al Napoli anche dopo i tre anni del contratto in vigore.

Non ci sono tapiri da consegnare. Il leader è calmo e il presidente è fermo: “A Insigne dico cresci oppure vai via. E per Mertens e Callejon se vogliono soldi vadano in Cina”.

In questa rinnovata atmosfera idilliaca, con Gholuam che dice “vogliamo vincere, siamo stanchi di arrivare sempre secondi”, il Napoli dovrà dimostrare in campionato (e mercoledì in Champions a Salisburgo) di avere ritrovato voglia di giocare e stupire.

Siamo ancora all’inizio e lo scudetto non è ancora assegnato. Si gioca per rientrare nella lotta al vertice della classifica che, per il momento, vede il Napoli al quarto posto dopo Juve, Inter e Atalanta. Così indietro la squadra non è mai stata.

L’anno scorso, alla settima giornata, era seconda; l’anno prima era in testa. La classifica è peggiorata anche per i miglioramenti di Inter (5 punti in più rispetto all’anno scorso) e Atalanta (10 punti in più), mai partite così forte.

Sul Napoli pesano i tre punti mollati al Cagliari nel match di un solo tiro e un gol dei sardi al San Paolo. Con quei tre punti non avremmo avuto afflizioni. Si batte il Verona, si riprende a correre in Champions nella trasferta in Austria, si fa un colpaccio a Ferrara contro la Spal fra due domeniche e il gioco è fatto.
Elementare, Watson.

Cominciamo stasera col Verona che sta a metà classifica, quattro punti meno degli azzurri. Nessuna partita è facile, diamoci dentro con la formazione migliore e ritocchiamola il meno possibile (nove formazioni diverse finora in nove partite).

Rientra Koulibaly. Il leader è calmo, buon per tutti, ma s’è calmata anche la squadra che non segna da 225 minuti, ultimo gol di Manolas alla fine del primo tempo contro il Brescia. S’è persa l’allegria del gol.

Il Verona è squadra che subisce poco (5 gol, uno più dell’Inter, uno meno della Juve, cinque meno del Napoli). Ha fatto soffrire la Juve cedendo solo su rigore. Davanti al portiere Silvestri (3-4-2-1), due giganti albanesi: Rrahmani 1,92 e Kumbulla 1,90. Bisogna infilarli rasoterra e in velocità. Il Napoli sa come fare se ritrova l’entusiasmo perduto. Il San Paolo sarà sufficientemente affollato, c’è fiducia.

Si torna al 4-4-2 con Insigne quarto a sinistra, la solita storia, il ragazzo che si esalta nel 4-3-3 di Mancini sta a disagio sulla fascia va e vieni.

Giocherà Milik? Più mobile di Llorente, autentico pivot d’area di rigore, il polacco potrebbe cucire meglio la manovra per sfondare la difesa veronese. Andiamo, è tempo di segnare. Qui non si pettinano bambole.

18/10/2019
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