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Lavori in corso per Ancelotti
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 17.09.2018)
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Squadre confuse, squadre in ritardo, pochi top e molti flop (Inter, Roma), Juve in testa, Napoli all’inseguimento. Una storia già vista.
Sta prendendo forma il Napoli di Ancelotti? Certamente, no. Naturale e legittimo l’entusiasmo locale per la vittoria sulla Fiorentina. Ma la migliore valutazione del Napoli di sabato l’hanno data alcune cronache meno emotive e più attente alla prestazione degli azzurri.
Ancelotti sta facendo in campionato le prove che non ha potuto fare a Dimaro. Nel ritiro in Trentino, con i nazionali in ritardo, il nuovo tecnico è “entrato” con garbo. Ha evitato di rivoluzionare immediatamente la squadra di Sarri accettandone le qualità, anzi magnificandole, in attesa di potere “
andare avanti” con un’idea di calcio più verticale e concreto. La grande praticità dopo la grande bellezza.
Quattro giornate di campionato sembrano dare ragione ad Ancelotti. Nove punti, tre dietro la Juve, mentre gli altri concorrenti per il vertice latitano. Due vittorie “
di carattere” contro Lazio e Milan, una vittoria “
per sfinimento” contro la Fiorentina, decisa nel finale da una prodezza di Insigne dopo quattro tentativi di Lorenzo falliti di poco.
Il 4-4-2 proposto da Ancelotti contro i viola sembra un modulo di passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1. I lavori sono in corso e, purtroppo, avvengono in pieno campionato. De Laurentiis ha detto che Ancelotti avrà bisogno di otto partite per presentare il “
suo” Napoli. Sta succedendo proprio così.
La trovata principale del pomeriggio di sabato è stato il ruolo assegnato a Insigne, attaccante su tutto il fronte offensivo e libero da compiti di copertura. La trovata ha funzionato con i ripetuti tiri a rete di Lorenzo e il gol.
È mancata la partecipazione di Mertens, ancora non in condizione dopo il Mondiale. Insigne e Mertens erano le due punte del 4-4-2, larghe, dando spazio al centro alle incursioni di Zielinski che non è stato quasi mai pronto a sfruttare il corridoio centrale aperto dai due attaccanti. Ma questo è un dettaglio. L’attacco azzurro è apparso troppo leggero e i movimenti non sono automatici col 4-4-2 improvvisato.
È possibile che non vedremo riproposti Callejon-Mertens-Insigne del vecchio 4-3-3 se non, forse, nelle partite più agevoli (ma ce ne sono?). La fase offensiva è tutta ancora da individuare e precisare. Ancelotti ci sta lavorando.
L’identità di squadra ancora non c’è. Hamsik perde molto nel ruolo di regista o centromediano metodista come si suol dire. Impegnato a coprire, non esprime più gli spunti di mezz’ala offensiva, il suo vero ruolo in cui incide maggiormente collaborando anche alla “cucitura” del gioco.
Proponendo al più presto il 4-2-3-1, Ancelotti deve risolvere alcuni problemi dando contemporaneamente una fisionomia alla squadra con un modulo-base e schemi essenziali prefissati.
Il primo problema, nel 4-2-3-1, è ridare ad Hamsik il ruolo adeguato e scegliere Diawara come partner di Allan nella linea difensiva di centrocampo. Bisognerà avere pazienza nell’aspettare il miglior rendimento di Diawara, ma è doveroso insistere.
È essenziale un altro mediano “
di forza” per evitare che Allan scoppi a metà campionato. Sta giocando per tre.
Il ritorno di Milik punta centrale sembra obbligato. Sul terzetto alle sue spalle Ancelotti potrà giostrare. Se Callejon e Insigne, riportato nella sua zona naturale, sembrano in partenza intoccabili sulle fasce, la pedina da identificare è quella centrale, dietro Milik. Le soluzioni sono molteplici: Mertens, Zielinski, Hamsik. Forse anche lo stesso Insigne con Mertens sulla sinistra.
Bisogna concedere ad Ancelotti il tempo necessario per arrivare finalmente a un profilo di squadra certo e continuo. È chiaro che, trovata la soluzione-base, tutti i cambiamenti in corsa, o a seconda dell’avversario, sono possibili. C’è da valorizzare anche la “
rosa” dei nuovi acquisti. Ma il Napoli dovrà essere quanto prima una squadra dall’identità precisa senza “
sbalzi” di formazione e modulo di gioco.
Ancelotti si vanta di non essere legato a nessuno schema, di essere elastico e possibilista per un Napoli “
camaleontico”. Però la squadra “
camaleontica”, mai simile a se stessa, può generare confusione negli interpreti cambiati di volta in volta nel “
rispetto” soprattutto del diktat presidenziale che “
devono giocare tutti”, ovviamente per le prossime plusvalenze.
La Fiorentina è stato un test probante fino a un certo punto. Non ha mai veramente tirato in porta. Si accontentava del pareggio. Perciò calma anche con l’esaltazione della tenuta difensiva azzurra (la prima volta senza subire gol). Aspettiamo altri collaudi.
Tra altre quattro partite saremo al capolinea del rodaggio di Ancelotti. Si spera di arrivarci con le idee chiare e il Napoli più identificabile. La vaghezza dei rivali per la classifica di vertice (i posti per la nuova qualificazione in Champions) conforta il Napoli. Se sono tutti con i lavori in corso, i migliori, per quel che dicono risultati e classifica, sono quelli azzurri.
Il debutto di martedì sera in Champions, a Belgrado contro la Stella Rossa, farà intravvedere anche la rotazione effettiva di Ancelotti fra campionato ed Europa. E l’Europa, sia come qualificazione alla prossima Champions, sia come percorso in questa, è in testa ai pensieri e agli obiettivi di De Laurentiis. L’Europa non si può snobbare. Porta soldi e prestigio.
Intanto, la Juve va per conto suo. Un Sassuolo, troppo innamorato del suo bel gioco da rasentare la presunzione nei ripetuti disimpegni azzardati in difesa, ha dato strada ai bianconeri e regalato i primi gol italiani a Cristiano Ronaldo dopo 319 minuti senza brillare sui nostri campi. Ronaldo ha segnato due gol facili e sbagliato tre gol facilissimi.
Contro il Sassuolo, che stavolta però è stato in partita, con i suoi limiti ovviamente, la Juventus ha giocato a basso ritmo, concedendo a Dybala la seconda partita piena. La Juve non s’è sprecata (mercoledì il debutto in Champions a Valencia) e Dybala sembra ancora Achille sotto la tenda per la presenza di Ronaldo.
Fatti loro che, comunque, continuano a vincere (bene, male, così così, ma è l’unica cosa importante, come dicono a Torino). Allegri può ruotare una “
rosa” totalmente competitiva e variare la squadra senza fare esperimenti, ma riproducendo variazioni collaudate. È in vantaggio su tutto e su tutti, non perché abbia avuto Cristiano Ronaldo.
SERIE A – QUARTA GIORNATA
Inter-Parma 0-1, Napoli-Fiorentina 1-0, Frosinone-Sampdoria 0-5, Roma-Chievo 2-2, Genoa-Bologna 1-0, Juventus-Sassuolo 2-1, Udinese-Torino 1-1, Empoli-Lazio 0-1, Cagliari-Milan 1-1.
Lunedì: Spal-Atalanta.
CLASSIFICAJuventus 12; Napoli 9; Sassuolo 7; Fiorentina, Sampdoria, Genoa, Lazio 6; Roma, Torino, Udinese, Cagliari 5; Inter, Empoli, Parma, Milan 4; Bologna e Frosinone 1; Chievo -1.
*Milan, Genoa, Fiorentina, Sampdoria una partita in meno.