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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 39
di Mimmo Carratelli
Abbiamo il cuore in gola, siamo stipati al “San Paolo” come sardine in scatola, è la prima volta che si gioca per la Coppa dei campioni nello stadio di Fuorigrotta. C’è il Real, c’è il Napoli per l’impresa dell’anno, ribaltare lo 0-2 dell’andata. Careca avverte un dolore, il ricordo di uno stiramento di cinque anni prima lo terrorizza. Laser e piscina e va in campo. C’è anche Francini. E’ il 30 settembre 1987.

Si va all’assalto e sembra che sia una notte di stelle favorevoli. Le maglie azzurre sono una furia. Il Real sornione aspetta. Vieni fuori, Diego, con le tue magìe, ne abbiamo bisogno. Viene fuori, invece, Francini. A sorpresa e al 9’. Traversone di De Napoli, in area Careca salta più in alto di tutti e tocca a Francini che sta arrivando in area di gran carriera. Gol! Di testa il terzino batte Buyo.

Si può fare, si può rimontare. Quello che ci voleva era un gol subito. Il Real è assediato, ma manca il tuo genio. Non è il vero Maradona quello che vediamo in campo. Un urlo. Romano ha lanciato Francini che corre come il vento sulla corsia sinistra, finge di accentrarsi e va a sinistra da dove crossa per Careca. Il centravanti è davanti a Buyo. Botta sicura al volo. L’urlo dei 90mila scuote il “San Paolo”, ma il pallone coglie in pieno il portiere spagnolo. Il raddoppio sfuma così.

L’1-0 è davvero poco per il predominio napoletano, troppo poco. E ci sfugge, un minuto prima dell’intervallo. Scatta il contropiede spagnolo. Il lungo lancio di Sanchis raggiunge Butragueno, abbiamo la difesa scoperta, l’avvoltoio tutto solo infila Garella. Un gol leggiadro al veleno. Un solo spunto del centravanti ed è stato gol.

Il secondo tempo è una sofferenza. Adesso, per passare il turno, bisognerebbe fare altri tre gol e non farne fare più ai madrileni. Un’impresa titanica. La grande furia azzurra si smorza. La squadra ha dato tutto nel primo tempo. Ha incassato la beffa del pareggio e ora l’accusa visibilmente. Ci fa balzare in piedi Careca davanti a Buyo, gran girata senza successo. Ora il Napoli è anche preoccupato del contropiede del Real. La partita si spegne lentamente. Ci sei mancato ancora, pibe. Stai in campo senza incidere, senza inventare, senza risolvere.

E’ 1-1 ed è l’eliminazione. Il Real lascia il campo bersagliato da mille oggetti, Carnevale assesta un pugno al portiere Buyo. La Coppa dei campioni sfuma subito. Bisogna rivincere il campionato per tentare ancora.

E in campionato va con i fiocchi. Vittoria ad Avellino con un gol di Carnevale (1-0). Fuochi d’artificio (6-0) contro il Pescara: segni un gol su rigore. Pareggio all’Olimpico con la Roma (1-1), gol di Francini. Siamo sempre in testa. Inter, Milan, Roma e Sampdoria sono a tre punti, la Juve a cinque.

Dici: “Giochiamo meglio che nell’anno dello scudetto”. Torni alla ribalta con una “doppietta” per battere l’Empoli 2-1 al “San Paolo”: un rigore e il gol decisivo. Frenatina a Como (0-0), ma c’è il riscatto contro il Torino (3-1): apri le marcature, poi ci pensa Careca con due reti. Antonio è fantastico, ha una velocità strepitosa e un tiro secco.

E’ il Napoli del trio delle meraviglie, Maradona-Giordano-Careca, il famoso MaGiCa. E si va a Milano per affrontare l’Inter di Altobelli allenata da Trapattoni. Gol di Careca, voliamo alto, ma un autogol di De Napoli offre il pareggio ai milanesi (1-1). Siamo sempre in testa, avanti di tre punti su Milan e Sampdoria, la Juve sempre a cinque punti.

Ma qualcosa non va. Succede alla vigilia della partita di Como. Il Napoli è all’Hotel Brun di Milano. Coppola, il tuo manager che non ci piace, si allontana in macchina, una Mercedes. Ha avuto un invito da Berlusconi che lo riceve a Milano 2. Berlusconi ti vuole al Milan, è un colpo basso. Tu hai un contratto col Napoli fino al 1989. A Coppola Berlusconi sventaglia un’offerta irresistibile: il doppio di quello che guadagni a Napoli, appartamento a San Babila, pieno centro di Milano, un’auto Lamborghini, contratto per cinque anni, collaborazione remuneratissima con la Fininvest.

Ferlaino corre ai ripari. Ti concede un nuovo contratto col triplo dei benefici, cinque milioni di dollari l’anno fino al 1993 più altri due milioni annui di entrate pubblicitarie. Berlusconi resta fuori gioco. Ferlaino vuole conquistarti a vita e ti regala una Ferrari F40 nera, una autentica rarità.

Resta con noi, pibe. Lascia stare la sirena di Berlusconi. Vogliamo vincere ancora. Vogliamo ancora divertirci.

Continua

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28/9/2004
  
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