Vela
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È mancato il grande gentiluomo del mare
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 02.05.3021)
Raccontava il mare e i segreti del golfo di Napoli, lo stadio dei venti come lo chiamava, con la sonorità della sua voce profonda, raccontava di Napoli con aneddoti originali, raccontava di cavalli e di calcio, raccontava di barche e noi eravamo i discepoli ammirati che la sua voce di comando e la elegante autorità della persona teneva inchiodati ad ascoltarlo.

Arrivava con la sua andatura dondolante, alto e robusto, il viso abbronzato, guagliò, e c'era sempre la sorpresa di una novità, di una scoperta, di un nuovo racconto.

Così era Pippo Dalla Vecchia, marinaio nel cuore e negli occhi, gentiluomo d'altri tempi, mentre l'età avanzava, canottiere e velista negli anni giovanili, che per più di vent'anni, dal 1991 al 2013, ha fatto del Circolo Savoia un luogo d'arte, di incontri, di cultura, non solo di sport, un grande salotto cittadino, di cui fu il monarca assoluto, mentre aveva ripulito l'intero porticciolo di Santa Lucia, sul quale si affaccia il Circolo, e Pippo fu per tutti il sindaco del Borgo Marinari.

È mancato l'altro ieri Pippo Dalla Vecchia, l'ammiraglio dei nostri cuori, alla soglia dei 91 anni. Da tempo s'era appartato nel “buen retiro” di Pozzuoli con la moglie Maria Grazia, i figli Aurelio, Marco ed Emmanuele e sei nipoti, e una biblioteca infinita di libri e giornali di cui s'era nutrito per tutta la vita con la perenne curiosità di sapere e scoprire, lui stesso scrittore delizioso, autore di un delicato volumetto, "L'ombrina di Marechiaro", e di tanti articoli di mare. Aveva il gusto della scrittura e una narrazione accattivante con la giusta dose di ironia e la sobrietà della sua vasta cultura.

Uomo di mare, innanzi tutto, nato a Marechiaro, il primo dinghy noleggiato a Mergellina da Cicciotto, quand’era ragazzo, padrone dell’intera rosa dei venti, contadino del mare vogando duramente sulle vecchie “jole”, poi orgoglioso velista sulle barche delle sue audacie nel maestrale del golfo, il tempest “Don Carlos” e il soling “Surriento”, ereditando dal padre Aurelio, talento automobilistico, la passione sportiva e una florida azienda di pneumatici.

Le serate con Pippo, nel porticciolo di Santa Lucia e nello sfolgorio del Circolo Savoia, tra la Sirena Partenope e il grande dipinto di una galea della Repubblica amalfitana, aprivano il cuore e la mente a mille curiosità, sollecitati dalle sue astute rivelazioni, mentre ci ingolosiva con la sua specialità culinaria, la “genovese” col giusto dosaggio della cipolla e il “taglio” di pasta adatto, mezzani o ziti di marca.

Campionati di vela italiani, europei e mondiali nel golfo di Napoli, il raduno delle affascinanti barche d’epoca, “le signore del mare”, giunte da tutto il mondo, le regate con gli equipaggi di Oxford e Cambridge dei famosi fratelli inglesi Johnatan e Greg Searl, convocati insieme agli Abbagnale, sono stati tra i suoi successi di irrequieto e perfetto organizzatore riportando Napoli e il golfo sulla scena sportiva internazionale.

Intanto, autentico segugio d'arte, scovava continui tesori per arricchire il Circolo Savoia. A un’asta genovese prese il dipinto di Attilio Pratella, un romagnolo che svolse la sua attività artistica a Napoli, raffigurante la banchina del Borgo Marinari alla fine dell’Ottocento.

Cinquantasei ritratti di piroscafi e velieri, la statua equestre in gesso della regina Margherita, un bulldog in ceramica, una zebra in argento, il pesce imbalsamato in una teca, la campana di bordo di una cannoniere inglese, la polena di un brigantino francese, il servizio di piatti di prima classe del Rex e altre preziosità Pippo ha razziato fra mercatini e antiquari per lo splendore del Circolo Savoia, la sua seconda casa.

Il Centenario del Savoia, nel 1993, è stato l’anno della incoronazione di Pippo a “tiranno illuminato”, i saloni del Circolo in festa, la folla elegante degli ospiti che sciamava sul pavimento in marmo della sede rinnovata e splendida nella combinazione del bianco di Carrara e del bardiglio imperiale di colore grigio-azzurro, mentre nel golfo “Blu Emeraude” vinceva lo spettacolare campionato del mondo dei maxi yacht.

Gli piaceva definirsi un popolano aristocratico perché era nato venditore di pneumatici, elevandosi poi ad atleta del mare, canottiere di fatica e velista di rango, e a napoletano di prestigio, non solo per la sua lunga monarchia al Royal Yacht Club Canottieri Savoia.

Ha lasciato tanti preziosi volumi, riccamente illustrati, sul Circolo Savoia, realizzati con la sua cura maniacale, l'attenzione ai dettagli, l'esattezza e la grazia dei racconti. Lascia un gran vuoto in tutti noi che pendevamo dalle sue labbra, incantati dai suoi racconti.

Accidenti, ammiraglio, chi ci racconterà più il mare come sapevi fare solo tu?

2/5/2021
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