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Entra Osimhen, il Napoli vola
di Mimmo Carratelli

Avevo scommesso bene su Osimhen. Entra il nigeriano (62’) e il Napoli vola con i gol di Mertens (63’) e Insigne (77’). Vecchio e nuovo Napoli. A segno gli scugnizzi dell’epoca bella e Osimhen è la novità che incoraggia. 



 



Sentenza finale di Mertens: è arrivato un ragazzo che può fare la differenza. E Gattuso: Osimhen è un valore aggiunto. Incoronato così il ragazzo di Lagos.



 



Il Napoli ha trovato un tesoro? A Parma, Osimhen comincia il campionato in panchina, ma appena entra in campo scuote il Napoli. Ha giocato almeno otto palloni utili. Sul gol di Mertens (cross di Lozano) impegna Iacoponi nel rinvio corto che favorisce la segnatura del belga. 



 



Sulla velocità pianta continuamente il difensore parmense (66’ fantastico sprint). Offre a Insigne la palla che Lorenzo piazza sul palo (68’). Sfiora il gol di testa sul cross di Insigne e lo manca di un soffio incrociando il tiro di poco a lato (80’). 



 



Si invola a destra e offre a Mertens la palla che Dries conclude centralmente e Sepe para (84’). È in difesa a deviare di testa in corner la punizione insidiosa di Hernani (86’).



 



Questo per dire che la presenza in campo di Osimhen è subito evidente e rilevante. E offre la soluzione del cross a una banda bassotti. Ha il fisico e l’agilità per farsi valere sul gioco aereo. A campo lungo, ha una velocità (e la resistenza al primo contatto) che gli consente di “mangiare” metri all’avversario.



 



Note positive da Parma. Il rilancio di Lozano stabilmente all’ala destra nel 4-3-3 di partenza. Il messicano ha coperto anche in difesa sulle proiezioni di Pezzella. Dai suoi cross sono venuti fuori i gol. 



 



Sul raddoppio, tiro teso che costringeva Sepe al rinvio corto e incerto, nell’area piccola sbucava il piedino di Insigne a spingere la palla in rete. Bene i due centrali, Koulibaly (una sola sbavatura) ha cancellato il danese Cornelius (1,95), Manolas ha commesso una sola leggerezza nel finale. 



 



Fabian Ruiz ha giocato molti palloni (tre tiri fuori bersaglio), copre bene il campo, potrebbe essere la soluzione a fianco di Demme nel 4-2-3-1. Insigne gioca molto per la squadra, ora è un capitano vero (350 partite). Mertens non è mancato al gol (e sono 126 i centri in azzurro, più che mai super-cannoniere della storia del Napoli).



 



La prima partita era da vincere e il Napoli l’ha vinta. Non era facile sotto il sole di mezzogiorno e con tutte le difficoltà di una stagione “stretta”, poche vacanze per i calciatori, preparazione in poco tempo, il viaggio dei nazionali in giro per il mondo. Gattuso l’ha cominciata con prudenza mettendo in campo il “vecchio” Napoli e il 4-3-3 con la sola “audacia” di Lozano nel tridente (anziché Politano).



 



Il Napoli del primo tempo (zero tiri) ha giocato a palla prigioniera col solito, superiore possesso (60 per cento), passaggi corti, all’indietro, orizzontali. Roberto Cravero, in telecronaca, l’ha garbatamente definito “possesso di studio”, non uno sterile giro-palla. Dopo dieci minuti, il Napoli si è impadronito nel match giocando nella metà campo emiliana.



 



Il Parma, rinserrato in difesa, con Kucka a schermare Demme, chiudeva tutti gli spazi. Non era facile passare e il Napoli, dopo il palleggio corto e snervante, era impreciso nelle finalizzazioni. Intanto, costringeva il Parma a correre continuamente.



 



Con Kucka marcatore su Demme, al Parma è mancato il suggeritore per le due punte (Cornelius e Inglese) così che anche la squadra di casa non andava mai al tiro, a parte la conclusione di Inglese, deviata, un tiro fasullo (23’). Mertens era soggiogato dalla fisicità dei centrali parmensi, Lozano e Insigne lavoravano bene sulle fasce, ma nel cuore dell’area la difesa emiliana dominava.



 



È possibile che Gattuso abbia puntato a stancare il Parma nel primo tempo per colpirlo, stanco, nella ripresa e che abbia preparato lo stesso cambiamento di scena dopo un’ora di gioco lanciando Osimhen.



 



Nel calcio poco riesce di quanto viene preparato. A Gattuso è riuscito e, col ragazzo nigeriano in campo, ha variato modulo, 4-3-3, 4-2-3-1, 4-4-2.



 



La sostituzione di Demme con Osimhen poteva sembrare azzardata, un attaccante per un centrocampista, ma un po’ di coraggio ci vuole, anche perché Kucka, liberatosi dal compito di marcare Demme, poteva agire meglio da trequartista, assistere le punte e andare al tiro (due conclusioni alte). 



 



Ma il Napoli del secondo tempo aveva più lucidità ed energie (nel primo aveva corso poco e fatto correre la palla) e, come s’è detto, l’ingresso di Osimhen è stato una sferzata di vivacità.



 



Sbloccato il risultato, il Parma (tranne che nei sei minuti di recupero) non ha avuto le risorse fisiche e tecniche per contrastare la vittoria azzurra pur vivacizzando l’attacco con l’ivoriano Karamoh. 



 



Sul 2-0 Gattuso ha riequilibrato la squadra con Elmas per Fabian Ruiz e Politano per Lozano (83’). Infine ha lanciato Petagna per Mertens e Lobotka per dare respiro a Zielinski (88’).



 



Le prospettive offensive del Napoli sono sempre più ricche (Osimhen, Petagna e il recupero di Lozano). Insigne ha colpito il primo palo della nuova avventura: sono stati 35 i legni colpiti nella stagione passata, 23 in campionato, 4 in Coppa Italia, 8 in Champions. 



 



Bisogna rivedere la squadra alla prese con un avversario più forte. E qui torna in ballo il tormentone di quest’anno. Poiché sembra opportuno partire con Osimhen, si deve passare dal 4-3-3 al 4-2-3-1 tenendo anche Mertens in campo alle spalle del nigeriano? 



 



Oppure bisogna passare al 4-4-2 ancelottiano: Osimhen e Mertens davanti, la seconda linea con Lozano, Fabian Ruiz, Zelinski, Insigne? Non c’è molto tempo per decidere. Il Napoli giocherà contro la Juve a Torino alla terza giornata (domenica 4 ottobre, in notturna).



 



Gattuso ha confermato che l’obiettivo è la conquista di una classifica che consenta di tornare in Champions. La concorrenza è agguerrita e numerosa, come non è stato negli anni passati. 



 



La qualità tecnica del Napoli è indiscutibile e sono alte le chance offensive che, proprio contro le grandi squadre che non si chiudono, potrebbero esaltare Lozano e Osimhen a campo lungo. Nelle partite “chiuse” potrebbe risolvere la fisicità di Petagna.



 



Confronti più impegnativi proporranno test importanti per la tenuta difensiva. Gattuso non sarà mai un difensivista. D’altronde non glielo consente la “rosa” del Napoli più ricca di talento dal centrocampo in su.



 



L’allenatore si è lamentato dei sei minuti di recupero quando il Napoli ha dato campo al Parma ricordando che, l’anno scorso, certa cedevolezza è costata più di un risultato. Gattuso invoca equilibrio, ma è lui che deve darlo alla squadra, e concentrazione massima. Insomma, occorrerà valutare se i vecchi difetti del Napoli si sono almeno ridotti.



 



Per quel che si può dire di una squadra che ha un gioco collaudato, cambiando poco, è possibile che il Napoli possa centrare almeno il quarto posto. L’avversario più pressante sembra il Milan, ma ci sono anche le due squadre romane (la Lazio ha anche la Champions).



 



La limpida vittoria di Parma ha spento lo scetticismo, tutto partenopeo, sulla squadra azzurra. Ma è evidente che il gioco corto del Napoli avrebbe bisogno di un centrocampista geniale per il lancio millimetrico e le aperture precise e improvvise. 



 



Demme è un buon combattente, ma i suoi passaggi non vanno spesso oltre i dieci metri. Può Lobotka offrire una soluzione migliore? Il Napoli deve verticalizzare la manovra, mentre la squadra si conferma regina del possesso-palla (59% il record del campionato scorso). 



 



Gira e rigira, c’è bisogno dell’imbucata geniale. Insigne con i cambi-gioco apre il fronte offensivo, a Parma ha cercato spesso Lozano come faceva con Callejon.



 



È un campionato tutto da scoprire mentre si sprecano gli osanna per le solite squadre. Avremo idee più chiare sotto Natale con i confronti diretti. 



 



L’interrogativo maggiore è: la Juve sarà ancora la Juve con Pirlo e Ronaldo, ma con Dybala da piazzare al posto giusto? 



 



Vedremo, mentre Conte si agita e rinforza la sua corazzata. E l’Atalanta che fa? Sarà ancora la squadra più aggressiva?



 



PARMA-NAPOLI 0-2 (0-0)



 



NAPOLI (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Hysaj; Fabian Ruiz (83’ Elmas), Demme (62’ Osimhen), Zielinski (88’ Lobotka); Lozano (83’ Politano), Mertens (88’ Petagna), Insigne.



 



PARMA (4-3-1-2): Sepe; Darmian, Iacoponi, Alves, Pezzella; Hernani, Brugman (68’ Dezi), Grassi (89’ Siligardi); Kucka; Inglese (68’ Karamoh), Cornelius.



 



ARBITRO: Mariani (Aprilia).



 



RETI: 63’ Mertens, 77’ Insigne.



 



 





20/9/2020
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