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A San Siro il derby delle crisi
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 23.11.2019)

Crisi a confronto. Milan-Napoli, stasera alla ripresa del campionato, è stata definita “la partita della paura”. La paura è tutta del Milan, quattro punti sopra la zona-retrocessione. Si potrebbe dire che per il Milan (quattro vittorie, due in casa; terzultimo attacco della serie A) è “la partita della vita”.









Un grande nome non salva mai un grande club perché il grande club, non abituato a giocare col coltello tra i denti, scivolando in piena zona rossa ha maggiori difficoltà a districarsene rispetto a squadre più piccole ma abituate a guadagnarsi la salvezza.









Dunque, in Milan-Napoli (la partitissima degli anni Ottanta), la motivazione maggiore è quella della formazione rossonera a caccia di una vittoria indispensabile per non cadere pericolosamente più in basso.









A San Siro, il Milan ha battuto solo il Brescia (1-0) e la Spal (1-0), è caduto con Inter (0-2), Fiorentina (1-3) e Lazio (1-2). Un disastro nel passaggio da Giampaolo a Pioli (tre sconfitte in cinque partite), l’appannamento di Piatek (tre gol in 12 partite) ex cannoniere eccelso, il calo di Suso, il gioco latitante (una sola gran partita, contro la Juve a Torino, grande match, ma inesorabile settima sconfitta della stagione).









Il Napoli è tecnicamente superiore, ma conteranno gli stimoli per vincere. Della motivazione del Milan s’è detto. I rossoneri sfodereranno la grinta della disperazione (se gli basterà). E il Napoli?









Viviamo nella nebbia, nel silenzio, negli strascichi di una rivolta. Fra tutti i responsabili del disastro del 5 novembre, nessuno escluso, solo la squadra, congelata nel silenzio-stampa, è nel mirino, insultata dai tifosi non meno che dal vicepresidente, il figlio emerito di Aurelio, l’Edoardo padroncino del vapore.









Disorientato Ancelotti da una situazione mai affrontata, da una crisi così profonda che si fatica a trovare la “spinta” per una vittoria a San Siro, ammesso che ci sia feeling fra squadra e allenatore e che la confusione non aumenti con un ventilato cambio di modulo (4-3-3).









La partita di San Siro sarà il primo e non l’ultimo di un “passaggio doloroso” in questa stagione compromessa. Come, da dove, da chi può venire il riscatto?









Il silenzio e la lontananza di De Laurentiis sono pesanti. Qual è l’obiettivo del presidente? Non può puntare a “rompere il giocattolo” che ha splendidamente realizzato e che è fonte di guadagno, un “affare di famiglia” è stato definito.









E allora? Che cosa pensa veramente Aurelio De Laurentiis? L’ira per l’ammutinamento può durare un giorno, due, tre. Ma, poi, si raffredda e devono venire fuori il calcolo e la capacità da imprenditore di un presidente che ha realizzato, senza grossi mezzi, un’azienda-calcio modello.









Si brancola nel buio, mentre tutti i segnali negativi portano alla grossa multa per i giocatori (termine ultimo la vigilia di Liverpool-Napoli!) e ad altre più pesanti azioni di rivalsa.









Nessuna pacificazione, nessun tentativo di rimettere in piedi la stagione che, se dovesse concludersi senza la prossima qualificazione alla Champions, produrrà un danno enorme alle casse autarchiche della società, mentre è nell’aria un disfacimento della squadra fra allontanamenti “vendicativi” e cessione dei migliori per fare danaro.









Così c’è da chiedersi, fatta salva la professionalità dei calciatori, con quale spirito il Napoli affronterà il Milan. Quanta voglia ci metterà per vincere? E in quali condizioni è la squadra?









Il Napoli si è spento. Dopo il fuoco pirotecnico delle prime cinque partite della stagione (15 gol), nelle successive undici gare (12 gol) per quattro volte non è andato a segno (Cagliari, Genk,Torino, Genoa). Non c’è più l’attacco, fra pali e gol mancati, che era il fiore all’occhiello della squadra.









Stasera col Milan non sarà questione di modulo di gioco. L’interrogativo è quale motivazione avranno gli azzurri lasciati friggere nel silenzio e nell’attesa dei provvedimenti disciplinari a loro carico.









Avranno contro uno stadio con sessantamila tifosi rossoneri e la disperazione del Milan. Saranno questi gli stimoli veri che solleciteranno il Napoli, una rivolta dell’orgoglio dopo la rivolta del 5 novembre?









La paura del Milan potrebbe sortire l’effetto contrario bloccando le gambe e la testa dei giocatori di Pioli. E, allora, al Napoli non resterà che vincere.




      





22/11/2019
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