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Se Ciro-Mertens non ha più fame
di Mimmo Carratelli
Scurdammoce ‘o passato. La bellezza è finita. Lo 0-0 con la Fiorentina si spegne al San Paolo sotto la pioggia. Lacreme napulitane.

La crisi di gioco (passaggetti, passaggetti miei) è ormai lampante. Non funzionano le teste, non funzionano le gambe. L’attacco splendido splendente è diventato evanescente.

Dries Mertens resta nel bosco dei begli addormentati, senza gol da cinque partite di campionato. Non l’ha svegliato la Fiorentina.

Proprio contro i viola, a Firenze, quattro anni fa, aveva iniziato la sua carriera di cannoniere azzurro: uno-due con Hamsik e palla alle spalle di Neto.

Contro la Fiorentina, Dries dice di avere segnato il suo gol più bello: tunnel al terzino Rodriguez, passaggio no-look ad Hamsik, il tiro di Marek non trattenuto dal portiere e gol sotto misura di Dries. Sono ricordi nel cassetto.

Le maglie viola non hanno eccitato il torello belga, ridotto a comparsa dall’arcigno difensore argentino German Pezzella.

Il centravanti di 81 gol (60 in campionato) in 208 partite, 14 doppiette, tre triplette e un poker servito al Torino, è caduto in letargo.

Lontane le prodezze balistiche, gli “impossibili” pallonetti adagiati nelle porte del Torino e della Lazio.

Una meraviglia lontanissima quel gol a Marassi contro il Genoa sul lancio lungo di Diawara, il pallone addomesticato con la suola della scarpa destra e infilato in gol col sinistro.

Poche volte in partita, ieri pomeriggio. Eppure cominciava il match dribblando Astori e Biraghi sulla destra per servire una ghiotta palla-gol centrale che Jorginho sparacchiava alle stelle.

Ma già al primo scatto in profondità, Pezzella lo agguantava bloccandolo (25’). Attorno al belga una squadra azzurra in sofferenza, senza un lampo di luce, senza continuità, senza uno strappo, un’audacia, un clpo di genio e di fortuna.

Allan il guerriero giocava per tre, alla sua solita, generosa, irriducibile maniera. Il brasiliano era l’anima nobile e proletaria di un Napoli imborghesito.

Davano una mano gli umili, con i limiti della loro umiltà, però operosi, Hysaj e Mario Rui. Ma tutti aspettavamo un solo guizzo, il guizzo di Dries Mertens, irrimediabilmente spentosi. Dieci gol nelle prime undici giornate, poi è calato il sipario.

Ieri pomeriggio, nel primo tempo, il Napoli non ha fatto un tiro in porta! Quelle assenze pesanti di Ghoulam e Insigne non giustificano l’astinenza fastidiosa dell’attacco azzurro, di quello che ne rimane, dove persino Zielinski, ieri, si è fumato due palle-gol e Hamsik ha mirato l’incrocio per il suo sospirato gol “maradoniano” colpendo l’esterno della rete.

Intanto, cercavi Mertens e non lo trovavi, perso contro la difesa a cinque della Fiorentina.

Ad ogni sussulto azzurro, l’occhio correva a cercare Dries, il piccolo apripista delle vittorie azzurre, il cannoniere europeo del Napoli con 17 reti, due meno di Cavani.

Mertens cercava di svariare a sinistra, la vecchia zona della staffetta con Insigne. Quel tormento è finito da tempo, inventato centravanti da Sarri che di lui dice: “È un animale assetato di gol”. Deve essere finita l’acqua.

Nono cannoniere di tutti i tempi nella storia azzurra dopo le 91 reti di Higuain e alle spalle di Vinicio (69 gol), proprio la Fiorentina era uno dei suoi bersagli preferiti infilandole sei reti in questi anni appassionanti. Ma l’acqua è finita e la papera belga non galleggia.

A mezz’ora dalla fine dell’insopportabile match con la Fiorentina, un urlo. Allan l’irriducibile, martello e rifinitore, serviva a Mertens la palla utile per vincere.

Né scavetto, né tiro a giro, nessuna diavoleria. Bastava un tocco semplice per scuotere la rete. Invece Dries colpiva Sportiello e la porta viola si chiudeva per sempre. Era l’ultima delle quattro occasioni, nel secondo tempo, che il Napoli sprecava.

A quando il risveglio, Dries? Quand’è che le tue gambette veloci, il fiuto da “animale del gol”, lo scatto torneranno vincenti?

Resti il nostro beniamino, ma devi darti una mossa. La tua storia con Napoli è bella. Innamorato della città quando la vide la prima volta venendo a giocarci con l’Utrecht (3-3 con tripletta di Cavani) in Europa League il 2 dicembre 2010.

Al Napoli, in Europa League, Dries rifilò un gol quando giocava nel Psv Eindhoven: gli azzurri sconfitti in Olanda 0-3, secondo gol di Mertens nella porta di Rosati (4 ottobre 2012).

Ha raccontato di svegliarsi al mattino prendendo subito un caffè e andando a guardare il mare dal suo terrazzo di Palazzo Donn’Anna, un pelo sopra l’acqua davanti al golfo.

Katia è felice e Juliette scodinzola. A lei Dries dedicò quel gol contro la Roma, nel marzo scorso all’Olimpico, andando nell’angolo della bandierina e mimando il gesto della pipì della cagnolina. È finita anche la pipì.


11/12/2017
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