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Recensioni
La guerra non torna di notte, di Vincenza Alfano
di Giovanna D’Arbitrio
Il nuovo romanzo di Vincenza Alfano, “La guerra non torna di notte,” (Ed. Solferino), è stato presentato a Napoli presso la libreria IoCiSto mercoledì 13 settembre 2023, in un incontro al quale hanno partecipato la scrittrice , Fauni Marino,, il direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D’Errico,, il giornalista Guido Pocobelli Ragosta, l’attrice Rosaria De Cicco che ha letto qualche pagina del libro.

Il libro viene così descritto dalla casa editrice: “La vita di Cenzina è tracciata fin da ragazzina: cresciuta da uno zio ricco che trova per lei un buon partito, sarà moglie e madre nella Napoli borghese. Ma a deviarne continuamente la traiettoria c’è l’inquietudine che la percorre a causa della ferita mai rimarginata dell’abbandono materno, che diluisce le piccole felicità quotidiane in troppi ricordi, troppe domande.
E a stravolgerla del tutto, poi, arriva la guerra. Suo marito Pasquale sembra avere tutte le risposte: si tratta di prendere le parti dei più forti, i fascisti, e poi di sopravvivere indenni al conflitto. Nonostante la contrarietà di Cenzina, trasferisce la famiglia in una casa più sicura, davanti al mare, quando, nell’estate del 1943, la città trema sotto i terribili bombardamenti angloamericani e il pericolo si avvicina.
Ed è qui che il destino li raggiunge sotto forma di due giovani aviatori polacchi, ebrei, precipitati con l’aereo. Cosa fare? Consegnarli ai nazisti ormai padroni di Napoli, o nasconderli negli scantinati del palazzo? Stavolta, le certezze di Pasquale vacillano e l’intero stabile, dal portiere Pietro con la moglie Addolorata agli inquilini, è coinvolto in una scelta difficile: condannare due vite o rischiarle tutte? Nel fuoco di questo dilemma, Cenzina forgerà una scelta capace di curare le sue ferite e aprire alla possibilità di un futuro. In questo romanzo incalzante, che culmina sulle barricate delle Quattro Giornate di Napoli del settembre 1943, quando la città insorse contro i nazisti, Vincenza Alfano ritrova una vicenda vera della sua famiglia e la restituisce come narrazione avvincente, salvando per il futuro le voci, i gesti, i protagonisti di una pagina importante della nostra storia
”.

Il titolo nasce da un ricordo: la nonna di notte le faceva compagnia alla nipote coi suoi racconti, scacciando i fantasmi che la spaventavano e pertanto anche la guerra non torna di notte per incutere paura.

In realtà il libro racconta solo della giovinezza di mia nonna, orfana della prima guerra mondiale, che si ritrovò nella Napoli del ’43, tra le città più bombardate di Italia, quella della fuga nei rifugi, della paura e della fame, quella in cui non c’era niente da mangiare ” - ha affermato Enza Alfano.

E comunque, secondo l’autrice, il libro è stato anche un’opportunità per parlare della Napoli delle Quattro giornate e in particolare delle donne che segnarono una svolta nell’ emancipazione femminile tra la prima e la seconda guerra mondiale, svolgendo lavori che gli uomini partiti per il fronte non potevano più espletare.

Una altra cosa che mi diceva spesso mia nonna era questa: erano state le donne a caricare i fucili e ad aver fatto la Resistenza. Il libro è chiaramente destinato ai ragazzi, alle scuole, alle nuove generazioni, perché conoscano anche le storie che non sono contenute nei manuali di Storia” - ha aggiunto Enza.

Il libro è introdotto da due citazioni inziali che personalmente trovo profondamente vere:
1) Chi salva una vita salva il mondo intero (Talmud);
2) Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per sempre (Alda Merini).

Un libro che si legge tutto d’un fiato sia per lo stile scorrevole, sia per un contenuto che ha il sapore della verità, essendo basato su una storia vera tramandata oralmente dalla nonna dell’autrice. Una storia dal sapore familiare, soprattutto per quelli della mia età cresciuti nel dopoguerra con i drammatici racconti di nonni e genitori, ma allo stesso tempo anche uno spaccato d’epoca su tanti altri aspetti del passato, come usi, costumi, tradizioni, inclusi i pregiudizi e i limiti imposti alle donne, costrette ancor oggi a lottare per far valere i loro diritti umani e civili.

Il rapporto nonna-nipote mi ha fatto ricordare con commozione la mia cara nonna Lucia e il lettino nel quale dormivo accanto a lei: anche lei di notte mi stringeva una mano per fugare i miei incubi notturni.

Vincenza Alfano è nata e vive a Napoli dove insegna materie letterarie e latino. Scrive per il Corriere del Mezzogiorno. Conduce l’Officina delle parole, laboratorio di scrittura creativa.
È curatrice di progetti antologici per L’Erudita. Ha pubblicato i romanzi “Via da Lì”, “Fiction”, “L’unica ragione”, “Sopravvissuti” e il saggio “A Napoli con Maurizio de Giovanni”.
I suoi ultimi romanzi “Balla solo per me” e “Chiamami Iris” sono entrati nella classifica dei libri de La Lettura del Corriere della Sera del 2016 e 2018.
Con il romanzo “Perché ti ho perduto” ha vinto il Premio L’Iguana-Anna Maria Ortese.
17/9/2023
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