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Cultura
Bruno Canino suona Beethoven
di Adriano Cisternino
E dopo il compleanno di Mozart, inevitabile se non doveroso celebrare i 250 anni di Beethoven. 

Il Centro Italiano di Musica da Camera non poteva non cogliere la ricorrenza per la quale è riuscita a portare a Napoli un'eccellenza assoluta del pianismo mondiale. 

Appuntamento lunedì 17 febbraio nel salone degli specchi dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici per un concerto di Bruno Canino. 

Napoletano del Vomero, 84 anni, residente a Milano da giovanissimo, gli basta un pianoforte per riempire i maggiori teatri del mondo. 

Napoli, dove torna sempre volentieri, lo ha catturato per due iniziative quasi consecutive; dopo la serata di giovedì 13 al Sannazaro in coppia con l'amico e collega di sempre Antonio Ballista (si sono conosciuti da studenti al conservatorio di Milano), rieccolo qui a distanza di quattro giorni per l'appuntamento a Palazzo Serra di Cassano. 

Sbaglia chi pensa che ne approfitterà per trattenersi qualche giorno, fra i due appuntamenti, nella sua città d'origine: il richiestissimo maestro sarà nel fine settimana a Chiasso per un altro concerto prima di tornare a Napoli lunedì 17.

Serata a tema, dunque su Ludwig van Beethoven, nato il 16 dicembre 1770, notoriamente affetto intorno ai 30 anni da ipoacusia che però non ne arrestò la geniale vena compositiva. 

Dopo Mozart, ecco un altro gigante della musica da camera nato in un '700 ricco di grandi musicisti al punto da meritare la definizione “secolo della musica”.

Definizione sostenuta a gran voce da Riccardo Scognamiglio, presidente del Centro Italiano Musica da Camera, con dati statistici più che convincenti: “Nel 1710 è nato Pergolesi – ricorda Scognamiglio – nel 1732 Haidn, nel 1740 Paisiello, nel 1749 Cimarosa, nel 1756 Mozart, nel 1770 Beethoven, nel 1792 Rossini e nel 1797 nacquero sia Schubert che Donizetti. 
E che si vuole di più!? Senza contare che proprio nel 1700 compivano 15 anni Bach, Hendel e Domenico Scarlatti, tre autori che hanno espresso il loro talento nello stesso secolo”.

Difficile contestare il presidente Scognamiglio di fronte a simili argomenti. Ci basta solo sottolineare sommessamente che, in questa specie di olimpo della musica, Napoli può vantare la sua fetta di gloria avendo ospitato più o meno a lungo Pergolesi (morto a Pozzuoli ad appena 26 anni), Cimarosa (nato ad Aversa), Paisiello (tarantino di nascita), Scarlatti (napoletano), Rossini, Donizzetti e, sia pure per breve tempo, anche Mozart.

Il programma della serata napoletana prevede la sonata opera 13 n.8 in do minore “Patetica”, seguita dalla sonata opera 27 n.2 in do diesis minore “Al chiaro di luna”, musiche notissime anche ai meno esperti. 

Conclusione con le 15 variazioni con fuga op.35 in mi bemolle maggiore, più note come “variazioni eroica” , pezzo raramente eseguito per le difficoltà esecutive. 
12/2/2020
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