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Cultura
A villa Pignatelli con Lorenzo Hengeller
di Adriano Cisternino
Renato Carosone, Lelio Luttazzi, o magari Fred Buscaglione, ecco i suoi numi ispiratori. La canzone, insomma, fra jazz ed ironia e – perché no? - anche denuncia, all'insegna di una risata vi seppellirà, e se poi si ride e si sorride anche in musica, a ritmo di swing, allora il divertimento è assicurato.

È, in sintesi, il profilo artistico di Lorenzo Hengeller, una laurea in lettere moderne alla Federico II, atteso domenica 24 (ore 11,30) per la conclusione della terza edizione di “Pignatelli in jazz”, con la direzione artistica di Emilia Zamuner.

Lorenzo Hengeller voce e piano”, è il titolo del concerto nel quale “il giovanotto matto” (titolo del suo primo album) proporrà una scaletta improvvisata all'istante, secondo l'ispirazione del momento (anche il pubblico darà il suo contributo), e che comunque non potrà prescindere da alcuni suoi pezzi di successo come “Lo swing del giornalaio” (proposto anche in Rai a quattro mani con Stefano Bollani), o “Guapparia 2000” che lo stesso Bollani (suo grande amico ed estimatore) ha inserito nel suo “Napoli trip”.

Premio Carosone 2007” (dove improvvisò un applaudito “Pianofortissimo”) , il cantapianista napoletano trascinerà nella sua performance anche la direttrice del festival. Tratta da “Gli stupori del giovane Hengeller” (album del 2016), per il pubblico del “Pignatelli in jazz”, anche una performance che coinvolgerà la voce di Emilia Zamuner, premio Massimo Urbani 2016, in “L'ammore è 'na rosa”, pezzo scritto in collaborazione con Roberto Del Gaudio, interpretato nel disco da Patrizia Laquidara.

Repertorio tutto da gustare, insomma, come aperitivo pre-ragù, a conclusione di una rassegna che anche quest'anno ha riscosso ampia partecipazione di pubblico: la mattinata domenicale è una felice collocazione temporale. Ma chi ha detto che il jazz è solo per nottambuli?...

19/3/2019
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